Sarà l’attrazione dell’estate 2009 a Palinuro: il tunnel sotto l’Arco. È la soluzione architettata per bypassare l’ostacolo frana che non permette da quasi due anni il passaggio sotto il famoso Arco Naturale. Il progetto di un tunnel di collegamento tra le due spiagge è stato ipotizzato nelle scorse settimane dalla Protezione Civile regionale ed è condiviso anche dal sindaco di Centola Romano Speranza. Sul perché di una simile scelta il primo cittadino non ha dubbi: «Il turismo presuppone fruibilità se no tanto vale che ai turisti appena arrivano regaliamo direttamente una fotografia dell’Arco di Palinuro ». Il tunnel sarà lungo trenta metri, sarà tutto in acciaio e sarà ricoperto di sabbia. Un serpentone mimetizzato per accedere alla spiaggia. In attesa che alla proposta risolutiva faccia seguito il relativo finanziamento, il sindaco non si esime dal redigere l’excursus critico che accompagna la vicenda.
Da mesi continua a ripetere che« mentre i tecnici studiano l’Arco muore». E torna indietro nel tempo a quel novembre 2007 quando sotto gli occhi sbigottiti di alcuni pescatori, la parete interna dell’Arco Naturale di Palinuro, improvvisamente franò. Quel crollo aveva un’aggravante: aveva colpito il simbolo del Cilento per giunta patrimonio mondiale dell’Umanità. Si pensava che l’emblema dell’Unesco ricevesse subito gli adeguati soccorsi della politica. E invece a distanza di due anni, a parte qualche ispezione tecnica e un piccolo intervento tampone di messa in sicurezza del maggio scorso, non è stato fatto nulla o quasi. Solo una rete metallica che abbraccia la parete per evitare che altri massi vengano giù. Un primo intervento della Protezione Civile costato 200 mila euro. «L’Arco però non è stato reso agibile- accusa il sindaco- le pietre sono rimaste lì per terra». Vero. L’anno scorso l’area è stata transennata. Era vietato il passaggio.
Quest’anno, i massi sono sempre lì ma addirittura mancano le transenne. Il passaggio dunque è libero. Solo qualche mese fa, Speranza polemizzava su due milioni e mezzo di euro stanziati dalla Regione Campania da affidare all’Autorità di Bacino Sinistra Sele per uno studio di fattibilità. «Avevo contestato questa scelta anche perché non era stato coinvolto il comune di Centola. E’ uno studio di fattibilità dice il sindaco- che non prevede alcun lavoro per sistemare l’Arco». E allora che si fa? Nell’attesa il primo cittadino affida la possibile risoluzione del problema a un gruppo di tecnici bresciani, esperti di morfologia delle rocce. Che in una prima informativa concentrano la spesa in circa 500 mila euro. Uno studio da fare in non più di sei mesi. Nel frattempo quei due milioni e mezzo di euro però sono diminuiti. «Venti giorni fa circa- dice Speranza- sono stato alla Regione per la vicenda della frana di San Severino di Centola e mi hanno comunicato che per lo studio di fattibilità dell’Arco è stato definito un importo di un milione e mezzo di euro».
Fondi definitivamente canalizzati dopo un anno e mezzo dal crollo. Buona notizia ma il sindaco non pare entusiasta. «Dopo lo studio, ci dovrà essere un progetto esecutivo, definitivo. Altri finanziamenti. E quanti anni dovranno passare ancora?» Per ora confida nella realizzazione del tunnel: un tubo del diametro di due metri e mezzo circa posizionato senza impiego di strutture fisse. «Si spostano le pietre e verrà addossato ad una parete». Insomma, un passaggio mimetizzato tra le rocce. Il costo è di 170 mila euro. «Il progetto redatto comprende anche la recinzione. Per ora attendiamo l’approvazione - conclude il sindaco- ma tutto si muove con una lentezza esasperante».
Stefania Marino
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