I militari della Tenenza GdF di Sapri hanno deferito un imprenditore napoletano, già amministratore unico di una società di capitali con sede e attività nel basso Cilento, operante nel settore della tessitura e dell’abbigliamento, per il reato ipotizzato di bancarotta fraudolenta.
Gli investigatori hanno accertato che l’imprenditore (dichiarato fallito alla fine del 2009), pur avendo esposto, nel bilancio d’esercizio e nel bilancio fallimentare, rimanenze per un valore complessivo pari ad € 135.710,00, aveva merce in giacenza per un reale valore ammontante invece a soli € 5.671,00, determinando così un ammanco per distrazione pari ad € 130.039,00.
Nell’esposizione dei suddetti bilanci, era anche evidenziato, nella voce “altre riserve”, un valore pari ad € 810.837,00 che, dagli approfonditi accertamenti eseguiti, non sono risultati in alcun modo disponibili per i potenziali creditori.
Inoltre i libri e le altre scritture contabili obbligatorie, previste per le società di capitali dal Codice Civile e dalla normativa tributaria, erano tenuti in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione dell’intero patrimonio mobiliare ed immobiliare e del movimento degli affari riconducibili alla società.
Utilizzando voci fittizie del bilancio, il soggetto era riuscito a sottrarre ulteriori € 1.500.000. Ma il tutto non è sfuggito alla certosina opera di ricostruzione fatta dalle Fiamme Gialle che hanno accertato l’intero ammontare (oltre 2,5 milioni di euro).
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