Articolo tratto da: "Corriere del Mezzogiorno"
L'appello a diecimila giovani radunati a Marina di Camerota al meeting del Mare Ora dice di non ricordare
«Non votate il centrodestra». È un sacerdote a lanciare l’appello agli oltre diecimila giovani radunati a Marina di Camerota per il Meeting del Mare. Il giorno dopo don Gianni Citro, direttore artistico della manifestazione, dice di non ricordare quelle sue parole. «Le ho pronunciate di getto - sorride - io sono fatto così». Anche se poi ammette: «Il mio era comunque un discorso politico». Sono già alcune settimane che il sacerdote che ama vestire casual è diventato bersaglio del Pdl. Tanto da smuovere persino il deputato di centrodestra Giancarlo Lehner che, una settimana fa dalle colonne di« Libero», tra gli sprechi imputati alla Provincia di Salerno ha annoverato anche «le canzonette gestite da preti compagni». Riferendosi proprio a don Gianni Citro che, l’altrieri sera dal palco del Meeting, prima di introdurre Vinicio Capossela, ha replicato: «Un politico del centrodestra, qualche ora fa a Vallo della Lucania, ha detto che don Gianni ha finito di fare musica. Che dichiarazione stupida! Chi può dire di chi è la musica? Chi è il padrone della musica? La musica è libera. E finché ci saremo noi e voi la musica si farà. Ma fare o non fare musica dipende anche da voi». I diecimila ragazzi al di sotto del palco hanno esultato.
Capossela ha fatto il suo ingresso sul palco e don Gianni è tornato dietro le quinte. Qualcuno gli ha anche fatto notare che la sua dichiarazione è stata «troppo forte». Ma, il sacerdote non si smuove dalla sua posizione ed è ancora più esplicito. «Ho ricevuto attacchi quando non ho detto niente e ora che mi sono esposto non mi meraviglierebbe se ne arrivassero altri. Sono stato provocato. Anzi, credo che gli attacchi siano stati studiati a tavolino da una certa politica che agisce solo con sotterfugi e per vie sotterranee perché ha paura della luce del sole». Don Gianni è arrabbiato con Lehner — «che non so neanche chi è» e con se stesso — «mi ero ripromesso di non usare l’evento per tirar fuori certi messaggi, ma a questo punto posso dire di essere stato autorizzato». Figlio di un ex militante del Pci, don Citro ha però seguito la sua vocazione spirituale. «Ho una mia idea politica — dice — ma non ho mai voluto fare politica, perché non capisco come si possano fare campagne elettorali così esasperate. Se la politica di centrodestra dice via la musica e l’arte perché sono forme di comunicazione e di espressione, allora mi viene da pensare che certa politica ama la paralisi e non il movimento. Perché il movimento crea squilibri e riflessioni, e la democrazia non va bene per certe frange della politica. Il popolo porta ansie e domande e non è disposto all’obbedienza. Il popolo della musica non è suddito, ma è sovrano». Dalla musica alla politica, anzi al Pd, il passo è breve. «Ho avuto uno slancio di fiducia verso questo nuovo movimento politico — afferma — ora, però sono più riflessivo. Credo che ci sia bisogno di un grande lavoro di coesione interna, ma sono molto speranzoso. Il centrodestra è una Babilonia dove ci sono figure che sanno urlare di più e si fanno sentire più degli altri. Nel Pd, invece, è radicata la cultura del dialogo ». Ma se gli si chiede chi preferisce tra Bassolino e De Luca, il prete glissa: «Non ho ancora le idee chiare. Mi riservo di rispondere ».
Angela Cappetta