Articolo tratto da: "Il Mattino"
In primo grado erano stati condannati, con rito abbreviato, dal gip del tribunale di Vallo a 18 e 16 anni di reclusione per omicidio volontario, ieri la corte di assise di appello di Salerno ha confermato la condanna riducendo leggermente le pene ai tre giovani che il 7 luglio 2007 uccisero, nel corso di una rapina, il benzinaio Davide Pecora di Agropoli.
A Pasquale Giordano i 18 anni del primo grado sono stati ridotti a 16 anni e 8 mesi, Maurizio Corradino da 16 anni ? passato a 15, Antonio De Rosa da 16 a 14 anni e 8 mesi.
La pronuncia ? stata emessa ieri dalla corte di assise di appello presieduta da Caputo, con il consigliere a latere Palumbo. Il procuratore generale Primicerio aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado. I reati ascritti ai ragazzi sono l?omicidio volontario a seguito di tentativo di rapina, nonch? porto e detenzione di fucile non dichiarato. Amaro il commento dei familiari del benzinaio ucciso.
?Non ? un anno in pi? o in meno che ci sar? la pace ? spiega il genero di Pecora, Giovanni Palumbo ? Le condanne di primo grado le ritenevamo troppo miti, ma temevamo che le pene potessero essere ridotte di pi?. Rispetto il dolore dei genitori dei tre ragazzi, ma loro i figli tra qualche anno usciranno di carcere, noi invece Davide non lo rivedremo pi? e ci chiederemo sempre perch? ? successo quello che ? successo?. Non nascondono la loro delusione invece i familiari dei giovani che speravano in una riduzione maggiore.
?Proviamo una profonda delusione per una sentenza che, pur confermando l?esclusione della volont? omicidiaria e pur riconoscendo i presupposti della concessione delle attenuanti generiche, mantiene elevata una pena che ostacoler? il recupero sociale del giovane incensurato De Rosa?, dice il legale Arnaldo Franco, che rappresenta il pi? piccolo dei tre, all?epoca dei fatti diciannovenne. Nel collegio difensivo anche Massimiliano Forte e Annalisa Califano per Corradino e Carmine Giovine per Giordano.
?La riduzione ? stata operata dalla corte di assise di appello per un errore nella sentenza di primo grado ? spiega invece Giovine ? Pur avendo concesso le attenuanti generiche, il primo giudice non aveva applicato la riduzione di pena.
Il fatto oggettivamente ? grave e ha provocato la morte di una persona innocente, per cui va il mio cordoglio ai familiari della vittima, ma ha anche distrutto la vita a tre giovani che all?epoca non avevano superato i 21 anni e agirono con inesperienza e improvvisazione. Lo stesso colpo part? in modo accidentale?.
Elisabetta Manganiello